Bruno Sluydts

Bruno Sluydts: "La fin des certitudes" è il titolo dell'ultimo libro di Ilya Prigogine. È stato anche il titolo che Bruno Sluydts ha usato per la sua mostra nel 1999 a De Zwarte Panter, Anversa. Il titolo si riferisce al legame che Sluydts fa tra un nuovo modo di pensare nella scienza, a cui si riferisce nella sua arte. Dopo diversi periodi nell'evoluzione del suo stile, da una sorta di neo-espressionismo, al postmodernismo, con riferimento a temi mitologici, il punto di rottura finale è scaturito dalla scienza. Dopo aver letto alcune delle nuove teorie del caos, Sluydts ha avuto l'idea di provare queste teorie in modo plastico. Così la teoria è stata messa in pratica. Partì dai frattali. Il termine "frattale" è un'idea di Benoit Mandelbrot. L'ha preso dalla parola latina 'frangere', che significa 'spezzare'. Sluydts iniziò a dividere la sua pittura in frammenti, "frattali". Ha fatto riferimento alla teoria usando iterazioni, Mandelbrotti e altri. Quando la teoria del caos è stata inghiottita dalla teoria più universale dei "sistemi complessi", il suo lavoro è diventato più austero e legato al subconscio. Sia il cervello che l'universo sono entrambi sistemi complessi. Ha definito il suo primo discorso sui sistemi complessi "auto-organizzati", allo stesso modo in cui i sistemi dinamici instabili si organizzano. Ha trasferito l'interazione con la natura alla pittura, che ha portato a titoli come "L'uomo di correlazione" e "Ordine libero". Il risultato è un mix colorato e potente di emozioni, scienza, pensieri e vita. In effetti, l'evoluzione del suo lavoro stesso funziona come un sistema complesso. Si rifà alle sue opere neoespressioniste, si rifà alla politica, alla scienza e all'amore, e cerca di creare un nuovo linguaggio plastico. Sluydts, tuttavia, pone meno enfasi sui dipinti che sulla teoria che ne sta alla base.